Emotrasfusioni con sangue infetto, risarcimento danni e "compensatio lucri cum damno" rispetto all'indennizzo ex L. 210/1992 (Cass. n. 4309/2019)

In tema di emotrasfusioni e contagio con sangue infetto, la Suprema Corte, Sezione Terza, con la sentenza in commento, ha affermato che in caso di infezione conseguente ad emotrasfusioni o ad utilizzo di emoderivati, opera la “compensatio lucri cum damno” fra l’indennizzo ex L. n. 210/1992 ed il risarcimento del danno anche laddove non sussista apparente coincidenza tra il danneggiante ed il soggetto che eroga la provvidenza (nella specie, rispettivamente, ASL e Regione), qualora possa comunque escludersi che, per effetto del diffalco, si determini un ingiustificato vantaggio per il responsabile, restando in tal caso irrilevante che la l. n. 210/1992 non preveda un meccanismo di surroga e rivalsa in favore di chi abbia erogato l’indennizzo.

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Accertamento mediante etilometro e obblighi di omologazione e taratura, la Suprema Corte interviene ancora sui requisiti formali di verbalizzazione (Cass. n. 1921/2019)

In tema di violazione al Codice della Strada, la Suprema Corte, Sezione Sesta, con la sentenza in commento, ha affermato che il verbale dell’accertamento effettuato mediante etilometro deve contenere, alla luce di una interpretazione costituzionalmente orientata, l’attestazione della verifica che l’apparecchio da adoperare per l’esecuzione del cd. “alcooltest” è stato preventivamente sottoposto alla prescritta ed aggiornata omologazione ed alla indispensabile corretta calibratura.

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Ingiunzione di pagamento europea e relativa opposizione, i principi fissati dalle Sezioni Unite (Cass. S.U. n. 2840 del 31.1.2019)

In tema di ingiunzione di pagamento europea ai sensi del Reg. CE n. 1896 del 2006, le Sezioni Unite della Corte di cassazione hanno affermato i seguenti principi con riferimento all’ipotesi in cui l'ingiunzione emessa dal giudice italiano venga opposta dal debitore ingiunto a norma dell'art. 16 del Regolamento e il creditore abbia chiesto, prima dell'emissione dell'ingiunzione, che il processo, in caso di opposizione, prosegua secondo la disciplina della procedura civile ordinaria, CONTINUA (...)

Prospective overrullig, intervento delle Sezioni Unite circa applicabilità e presupposti (Sezioni Unite n. 4135/2019 del 12.2.2019)

Il cd. "prospective overruling" su una regola del processo, come è noto, è un istituto di origine anglosassone che presuppone un mutamento di indirizzo giurisprudenziale successivo al compimento (o all'omissione) di un atto che esponga la parte a preclusione o decadenza (cfr. Cass. n. 6159/2018).

In particolare, affinché si possa parlare di "prospective overruling" devono ricorrere cumulativamente i seguenti presupposti: a) che si verta in materia di mutamento della giurisprudenza su di una regola del processo; b) che tale mutamento sia stato imprevedibile in ragione del carattere lungamente consolidato nel tempo del pregresso indirizzo, tale, cioè, da indurre la parte a un ragionevole affidamento su di esso; c) che il suddetto "overruling" comporti un effetto preclusivo del diritto di azione o di difesa della parte (cfr. Cass. n. 12704/2012; Cass. n. 6801/2012).

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Fallimento e interruzione automatica dei giudizi in corso: sulla decorrenza del termine iniziale per la riassunzione (Cass. Civ. Ord. N. 1573/2019)

La Prima Sezione civile ha enunciato, ai sensi dell’art. 363 c.p.c., il seguente principio di diritto: “in caso di interruzione automatica del processo determinata dalla dichiarazione di fallimento di una delle parti, il termine per la riassunzione di cui all’art. 305 c.p.c. decorre dalla dichiarazione o notificazione dell’evento interruttivo secondo la previsione dell’art. 300 c.p.c., ovvero, se anteriore, dalla conoscenza legale di detto evento procurata dal curatore del fallimento alle parti interessate”.

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Bonifica di sito inquinato, come avviene il riparto delle spese tra responsabile dell’inquinamento e proprietario del fondo (Cass. Civ. Ord. N. 1573/2019)

 

Nota a Ord. Cass. Civ., Sez. Terza, dep. 22 gennaio 2019, n. 1573, Pres. G. Travaglino, Relatore. E. Scoditti

 

In tema di interventi di bonifica e ripristino ambientali dei siti contaminati, l’obbligazione del responsabile dell’inquinamento, avente ad oggetto il rimborso delle spese sostenute dal proprietario per la bonifica spontanea del sito inquinato, non soggiace alla regola della responsabilità solidale di cui all’art. 2055 c.c., perché trattasi di obbligazione “ex lege”, di contenuto non risarcitorio ma indennitario, derivante non da fatto illecito ma dal fatto obiettivo dell’inquinamento.

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Morte di un militare in missione a causa di inquinamento ambientale da uranio impoverito: sulla "compensatio lucri cum damno" tra danno non patrimoniale spettante “iure proprio” ai familiari della vittima del dovere e indennizzo erogato agli stessi

In tema di risarcimento del danno dovuto ai familiari superstiti di vittima del dovere, la Sezione Terza della Suprema Corte, con la sentenza in commento, ha stabilito che dal danno non patrimoniale liquidato “iure proprio” ai familiari di un militare deceduto per una patologia tumorale contratta a causa di inquinamento ambientale da uranio impoverito durante una missione internazionale, deve essere detratto l’indennizzo già erogato agli stessi familiari in conseguenza della morte del congiunto, trattandosi di un emolumento “omnicomprensivo”, avente finalità compensativa, posto a carico del medesimo soggetto (Amministrazione statale) obbligato al risarcimento del danno.

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Locazione immobiliare ad uso abitativo e omessa registrazione del contratto: conseguenze ed eventuali nullità (Cass. n. 32934/2018)

Sulla dibattuta questione degli effetti di un tardivo adempimento dell'obbligo di registrazione del contratto di locazione si sono da ultimo espresse le Sezioni Unite della Suprema con la sentenza n. 23601 del 9 ottobre 2017 che, pur se riferita in particolare ad una fattispecie inerente ad una locazione non abitativa, ha tuttavia affermato che: “il contratto di locazione di immobili, sia ad uso abitativo che ad uso diverso, contenente “ab origine” l’indicazione del canone realmente pattuito (e, dunque, in assenza di qualsivoglia fenomeno simulatorio), ove non registrato nei termini di legge, è nullo ai sensi dell’art. 1, comma 346, della l. n. 311 del 2004, ma, in caso di tardiva registrazione, da ritenersi consentita in base alle norme tributarie, può comunque produrre i suoi effetti con decorrenza “ex tunc”, atteso che il riconoscimento di una sanatoria “per adempimento” è coerente con l’introduzione nell’ordinamento di una nullità (funzionale) “per inadempimento” all’obbligo di registrazione”.

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Sanzione per omessa comunicazione dei dati del conducente e nozione di "giustificato motivo" (Cass. n. 30939/2018)

Nuovo intervento della Suprema Corte, Sezione Seconda, in tema di omessa comunicazione dei dati del conducente e nozione di giustificato motivo.

In particolare gli Ermellini hanno confermato che, ai sensi dell’art. 126 bis, comma 2, Codice della strada, ai fini dell’esonero del proprietario di un veicolo dalla responsabilità per la mancata comunicazione dei dati personali e della patente del soggetto che lo guidava all’epoca del compimento di una infrazione, possono rientrare nella nozione normativa di “giustificato motivo” soltanto il caso di cessazione della detenzione del detto veicolo da parte del proprietario o la situazione imprevedibile e incoercibile che impedisca allo stesso di sapere chi conducesse il mezzo in un determinato momento, nonostante egli abbia dimostrato di avere adottato misure idonee, esigibili secondo criteri di ordinaria diligenza, a garantire la concreta osservanza del dovere di conoscere e ricordare nel tempo l’identità di chi si avvicendi nella guida.

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Sulla determinazione del domicilio dell'imputato ai fini della notifica ex art. 161, comma 2, C.p.p.

 

La Prima Sezione della Corte di Cassazione ha affermato che il domicilio determinato, ai sensi dell’art. 161, comma 2, cod. proc. pen., va individuato nel luogo ove è avvenuta la prima notificazione con consegna a mani proprie, anche se effettuata in luogo diverso dal domicilio indicato sull’atto da notificare ed a condizione che il destinatario abbia omesso di eleggere o dichiarare un diverso domicilio.

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